Che cos’è il colon irritabile?
Il colon irritabile (Irritable Bowel Syndrome IBS), chiamato in modo più generico “colite” o “colite spastica” o “colite nervosa”, è caratterizzato da dolore o fastidio addominale e alterazioni dell’alvo. È molto frequente, colpisce circa il 20% della popolazione, in prevalenza donne (anche se molti sono gli uomini con questo problema!) e spesso peggiora molto la qualità della vita. La sua peculiarità è la presenza di importanti sintomi senza chiare alterazioni anatomiche del colon, associato a stipsi o diarrea o alternanza tra le due, talvolta a situazioni di vista stressante o all’alimentazione.
I sintomi principali sono: dolore, fastidio addominale che si presenta in modo ricorrente, oltre a senso di distensione dell’addome, e/o sforzo o urgenza all’evacuazione, talvolta presenza di muco nelle feci, con più episodi settimanali, associato ad almeno due tra le seguenti: essere alleviato dall’evacuazione; associarsi ad alterazioni della frequenza dell’alvo; associarsi ad alterazioni della consistenza delle feci.
Attenzione! La presenza di sangue nelle feci non è tipica di questa patologia, ma può essere dovuta ad altre patologie intestinali (come emorroidi, la rettocolite ulcerosa, polipi, o tumori) che talvolta contemporaneamente colpiscono la persona. Talvolta sono presenti anche altre sintomi gastro-intestinali come il reflusso gastro-esofageo e la dispepsia, o altre patologie sempre dell’apparato digerente.
Quali sono le cause? Non esiste una specifica causa. Più fattori, oltre ad una predisposizione genetica, entrano in gioco nel determinare questa condizione, alcuni dipendenti dall’intestino stesso, altri legati ad abitudini, condizioni di vita.
Tra le prime ricordiamo: motilità intestinale; sensibilità viscerale; microbiota; infiammazione, fattori ormonali. Può infatti capitare che il colon irritabile compaia dopo interventi chirurgici addominali, o infezioni importanti. Il microbiota (insieme di batteri che “abitano il nostro intestino”) ha un ruolo fondamentale! Quando infatti prevalgono alcuni ceppi batterici “cattivi” che favoriscono la fermentazione di determinati alimenti, la sintomatologia può peggiorare!). Di fondamentale importanza è poi ricordare il ruolo svolto dal sistema nervoso autonomo nel controllare la funzionalità intestinale. Questo sistema infatti è direttamente correlato con aspetti di emotività, stress, ecc tanto che è molto frequente il peggioramento dei sintomi in momenti di vita difficile, stressante. Nel linguaggio comune spesso si usa il termine “colite nervosa”! Cause di stress provocano una attivazione/alterazione di questo sistema che mostra i suoi effetti tramite sintomi che colpiscono gli organi direttamente controllati da esso, come ad esempio il cuore (cardioplamo, battito cardiaco alterato, aumento di pressione, ecc) e l’apparato gastrointestinale (senso di nodo allo stomaco, bruciore gastrico, motilità e funzione intestinale alterata. Questo ultimi sono proprio i sintomi tipici del colon irritabile!
L’alimentazione è un altro aspetto di fondamentale importanza. Infatti alcuni alimenti possono far comparire/peggiorare la sintomatologia. Si tratta soprattutto di alimenti contenenti “carboidrati fermentabili” che, essendo in genere scarsamente assorbibili, vengono fermentati nell’intestino dai batteri del colon (da qui l’importanza del microbiota) causando gonfiore, gas, dolore addominale. Inoltre altri fattori come l’assunzione di poca/troppa acqua (specie se gasata) o altre condizioni cliniche come intolleranze alimentari (come quella al lattosio o alcuni lieviti) ed allergie (come la celiachia) possono interferire. In generali gli alimenti più chiamati in causa sono: derivati del grano; latte e latticini; legumi;
alcuni tipi di frutta e verdura; frutta secca; bevande gassate, uso di dolcificanti.
Diagnosi: proprio perché non esistono alterazioni anatomiche tipiche o esami specifici alterati, il colon irritabile è spesso una diagnosi di esclusione. In poche parole, il medico può prescrive alcuni esami e se questi sono sostanzialmente negativi ed il colloquio con il paziente ha evidenziato i sintomi/segni tipici, allora la diagnosi di colon irritabile è molto probabile. Gli esami principali sono esami del sangue, compreso lo screening per la celiachia, breath test al lattosio e per la sovracrescita batterica; esami delle feci, ecografia addominale, colonscopia. Le patologie da escludere sono soprattutto: intolleranze al lattosio, lieviti, celiachia, infezioni, emorroidi, malattia di Chron, colite ulcerosa, tumori, ecc.
Di fondamentale importanza è visitare il paziente ed indagare bene i sintomi e lo stile di vita: alimentazione, presenza di fattori stressanti, fumo, abitudine a svolgere esercizio sono punti fondamentali da indagare, perché da questa analisi possono emergere aspetti fondamentali da gestire nel percorso terapeutico.
Cosa fare?
Alimentazione:
Purtroppo l’impatto degli alimenti sull’intestino varia da persona a persona ed è dose dipendente, per cui spesso e difficile identificare con facilità cosa crea problemi. Ecco quindi che un “approccio fai da te” alla dieta non è consigliabile! Meglio sempre affidarsi ad un medico esperto per modificare la dieta in modo sistematico, andando ad eliminare i principali gruppi di alimenti, specie carboidrati (vedi sotto) possibilmente impattanti sulla sintomatologia, sino ad una remissione dei sintomi, per poi reintrodurli gruppo per gruppo monitorizzando la sintomatologie e l’alvo sino ad identificare il/i gruppo/i associato alla ricomparsa dei problemi che quindi sarà quello/i da “eliminare” a lungo. Questo specifico approccio è quello tipico della dieta FODMAP. I FODMAP sono “carboidrati” che a livello intestinale facilmente fermentano e/o trattengono e/o richiamano acqua, ad esempio certi glucidi semplici, alcuni frammenti degli amidi e alcune fibre alimentari.
F = Fermentabile. La fermentazione è un processo di trasformazione degli alimenti che ha luogo anche nel nostro intestino, producendo “gas”. Il risultato è anche gonfiore, a volte dolore, flatulenza e addome teso. Alcuni tipi di zuccheri (più di altri) sono maggiormente chiamati in causa. In particolare:
O = Oligosaccaridi come ad esempio Fruttani: contenuti nell’aglio, nelle cipolle, nel frumento, nell’orzo, nella segale ecc. e Galattani: contenuti nei legumi, come i fagioli, le lenticchie, la soia ecc.;
D = Disaccaridi come ad esempio il lattosio. Spesso infatti chi soffre di colon irritabile hanno una carenza di lattasi (un enzima che è indispensabile per digerire il lattosio). Una elevata quantità di latte o latticini freschi (non completamente fermentati durante la loro preparazione) può quindi creare problema. Generalmente una quantità di circa 125 ml di latte è tollerata (non così per chi soffre di vera intolleranza al lattosio!). Quindi: limitare ma non eliminare completamente latte e latticini.
M = Monosaccaridi: alcuni zuccheri come, ad esempio, il fruttosio contenuto in frutta (ad esempio mela, pera, mango, banana), miele, sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, agave; attenzione quindi alla quantità e tipologia di frutta! Agrumi, ananas ad esmepio sono meno problematici
A = “and” cioè “e” in italiano
P = Polioli: (sorbitolo, mannitolo, xilitolo, maltitolo etc.) sono zuccheri ai quali è stato aggiunto chimicamente un gruppo idrossile, rendendoli praticamente inassorbibili e molto difficili da digerire per i nostri enzimi digestivi. Sono utilizzati per sostituire parte dello zucchero perché il loro potere dolcificante è fino al 100% superiore a quello dello zucchero e sono a basso contenuto calorico. Attenzione quindi a dolcificanti, bibite e caramelle “senza zucchero”.
Attenzione!
- I FODMAP non devono essere considerati “veleni”. Il problema sta esclusivamente nella “soglia di tolleranza soggettiva” che, nei soggetti con colon irritabile è molto più bassa del normale probabilmente per una differenza nelle modalità di controllo intestinale da parte del sistema nervoso autonomo.
- Non tutte le fibre alimentari (che possono contenere questi carboidrati) sono uguali. Infatti alcune sono in grado di trattenere i liquidi, altre di richiamare i fluidi. Le prime (fibre alimentari solubili) possono quindi essere persino utili per modulare la consistenza delle feci con effetto anti-stipsi, le seconde invece possono associarsi a reazioni avverse come l’irritazione e la liquefazione delle feci.
- Tra le caratteristiche del colon irritabile vi è anche la stipsi. Ma come è possibile che alimenti che “richiamano acqua e fermentano” possono causare stipsi? La risposta è probabilmente dovuta al fatto che l’alterazione a carico del controllo nervoso del colon, in conseguenza dell’irritazione causata dai FODMAP, porti ad una “paralisi” dell’intestino, anziché alla fisiologica contrazione di questo determinante l’avanzamento ed espulsione delle feci.
Gestione dello stress
Come sopra ricordato lo stress può impattare tantissimo sulla funzionalità intestinale. Imparare a riconoscere la relazione tra fattori stressanti e peggioramento della sintomatologia è molto importante, analogamente imparare tecniche di gestione dello stress. A questo proposito corsi di rilassamento mentale, mindfulness, ecc possono essere particolarmente utili.
Esercizio fisico
La sedentarietà è uno dei fattori che più può favorire la stipsi a prescindere da tutto. Evitare quindi la sedentarietà è il primo passo. Eseguire poi regolarmente esercizio fisico, specie di tipo aerobico (camminare, correre, nuotare, andare in bici, ecc) per almeno 30 min al giorno ad intensità moderata è uno strumento fondamentale non solo per il benessere generale ma anche per modulare alcuni meccanismi (come il controllo del sistema nervoso autonomo, l’infiammazione ecc, che possono avere un ruolo nel favorire la sintomatologia tipica del colon irritabile.
Farmaci
Sotto consiglio medico, possono essere iniziate terapie farmacologiche (antispastici, procinetici o antidepressivi) ed assunzione di probiotici che andranno a riequilibrare il microbiota, avendo un effetto benefico sulla salute dell’intestino. Le alterazioni dell’alvo possono essere gestite mediante anti-diarroici o integratori ricchi di fibre e lassativi osmotici a seconda che prevalga la diarrea o la stipsi.
In conclusione, quindi, il colon irritabile è una condizione molto fastidiosa per la quale non esiste un farmaco risolutore ma che si può gestire molto bene (dopo una corretta diagnosi da parte del medico) grazie ad un adeguato miglioramento dello stile di vita, utilizzando farmaci solo quando necessario, per alcuni brevi periodi e sotto controllo medico.
Prof. Daniela Lucini
Professore Ordinario MEDF/01
Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport ed Esercizio Fisico Università degli Studi di Milano
Dipartimento Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale
Direttore Servizio Medicina Esercizio Fisico e
Direttore Laboratorio Sperimentale di ricerche di medicina dell’esercizio fisico
IRCCS Auxologico, Milano