Giugno è il mese del pride: una celebrazione dell’identità delle persone, qualunque essa sia. Genere (o “gender”), orientamento sessuale e identità di genere sono espressioni imprescindibilmente personali e libere per ciascuno di noi.
Questo articolo vuole essere non mero “rainbow washing”: un finto cavalcare l’onda del marketing tutto fumo e niente arrosto, in cui si parla del tema solo perché è questo il mese in cui più ha visibilità. Si tratta di un’occasione per rimanere aggiornati e per intavolare un dialogo rispettoso, aperto e costruttivo per tutti.
Ci sono tantissime sfaccettature di cui è possibile parlare: oggi ci concentriamo sull’identità di genere e sull’incongruenza di genere.
Partendo dalle basi
Genere e sesso sono concetti da non confondere. Il sesso riguarda la dimensione biologica della persona (femmina, maschio e i rari, ma presenti casi di intersessualità*).
Il genere, invece, è una costruzione psicosociale: culturalmente e tradizionalmente si è abituati a farlo combaciare con il sesso biologico. In realtà è molto di più. Si tratta della percezione che ciascuno ha di sé, del proprio sentirsi donna, uomo, ambedue, nessuno dei due. Sono caratteristiche e atteggiamenti attraverso la persona si esprime per ciò che è.
Esiste infatti la possibilità di una discrepanza tra le sfere del sesso e del genere, tra come si appare e come ci si sente. La condizione per cui una persona presenta un’identità di genere diversa dal sesso assegnato alla nascita si definisce incongruenza di genere.
Specifichiamo
L’incongruenza di genere è spesso definita anche come disforia di genere, ma precedentemente era conosciuta anche come DIG (abbreviazione di disturbo dell’identità di genere, nomenclatura in disuso). Il precedente termine “disturbo” è stato infatti rinominato “disforia” e poi “incongruenza” nel DSM-V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali-2013) a causa della stigmatizzazione che il termine “disturbo” comportava. L’incongruenza di genere era catalogata fra i disturbi mentali del DSM-IV (2000) ed era considerata una malattia mentale. Nell’ultimo e più aggiornato DSM-V (2013), l’incongruenza di genere è invece catalogata in una categoria a sé stante, come sofferenza provata dagli individui il cui sesso assegnato alla nascita non coincide col genere percepito. L’essere transgender non è assolutamente una malattia.
È importante parlarne e dilungarsi sull’argomento, in quanto una società che funzioni, è una società che abbraccia, riconosce e rispetta le differenze.
Non a caso, tra le sfide globali dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, vi è anche il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e l’empowerment di genere.
L’impegno concreto di Assidim
Anche Assidim si interessa da tempo al tema: già dal 2021, infatti, è stata inserito nei piani sanitari dei beneficiari il rimborso spese per le prestazioni di rettificazione del sesso, incluse le sedute con lo psicologo.
In tal senso, lo stimolo è arrivato dalle grandi aziende multinazionali associate ad Assidim, soprattutto quelle di matrice anglosassone, più sensibili al tema della diversity e più LGBTQ-friendly.
Nel corso dell’ultimo anno, anche grazie al supporto e al confronto con vari specialisti ed associazioni attive nel campo dei diritti transgender, si è pensato di rafforzare la copertura rendendo il rimborso ancor più accessibile.
È un passo importante che vuole dimostrare quanto il welfare promosso da Assidim sia davvero a tutto tondo.
* Intersessualità o Intersex sono termini che comprendono diverse variabili fisiche che riguardano elementi del corpo quali cromosomi, organi riproduttivi, genitali, l’aspetto somatico, etc. Le persone intersessuali sono nate con caratteri sessuali sia femminili che maschili. È importantissimo in questo contesto usare “femmina- maschio” e non “uomo-donna” proprio per la divisione tra sesso e genere: femmina-maschio sono il sesso, uomo-donna il genere.
Alcune statistiche:
- La Repubblicaà la percentuale di popolazione transgender dovrebbe essere compresa tra lo 0.5 e l’1.2% del totale (circa 400mila italiani)
- Stima su censimento 1992-2008 à 424 donne, 125 uomini transgender
- Istituto San Camillo di Roma à in 5 anni, aumento di accessi al servizio di riassegnazione di genere del 55% (+ 6% nel 2022)
- Ufficio federale di statistica (UST), 2022 à 486 persone si sono recate in ospedale l’anno scorso allo scopo di sottoporsi a uno o più interventi per cambiare il proprio sesso.
- Numero di queste prestazioni mediche è in aumento dal 2018 e, nel 68% dei casi, gli interventi di questo tipo di chirurgia hanno riguardato il passaggio di genere dal femminile a quello maschile (mastectomia è l’operazione più frequente tra il 2019 e il 2022).
- SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva rigenerativa ed Estetica) à 60 interventi annui di riassegnazione del genere
FONTI:
- “Facciamo chiarezza sulle definizioni: cos’è il genere?” (Get Up and Goals, 2019) – https://www.getupandgoals.it/temi-globali/disuguaglianze-di-genere/cos-e-il-genere
- “Generi, identità e orientamenti” (La Repubblica, Maggio 2024) – https://www.repubblica.it/cronaca/2024/05/17/news/orientamenti_sessuali_identita_genere_definizioni_vocabolario-422867733/?ref=RHLF-BG-P6-S1-F
- “Chi è una persona transgender?” (Sportello Infotrans) – https://www.infotrans.it/it-schede-2-persona_transgender