Che cos’è ?
Il reflusso gastroesofageo è caratterizzato dalla risalita di succhi gastrici dallo stomaco all’esofago. Se tale “risalita” è frequente ed abbondante la parete dell’esofago viene irritata e possono iniziare disturbi fastidiosi. A questo punto si parla di malattia da reflusso gastro-esofageo.
Esofago e stomaco sono molto diversi! Mentre lo stomaco ha come funzione digerire gli alimenti che ingeriamo, l’esofago è solo l’organo che permette al cibo di raggiungere lo stomaco. La digestione richiede la presenza di acidi prodotti proprio dalla parete dello stomaco. Questa parete è quindi adatta ad un ambiente acido (purchè non sia troppo…..). Viceversa la parete dell’esofago non è adatta ad un ambiente acido e non è in grado di proteggersi. Ecco quindi che ogni qual volta vi è un reflusso di succhi gastrici la parete dell’esofago viene irritata. Normalmente non vi è reflusso (o è pochissimo, può essere normale una lieve risalita specie dopo pasti abbondanti) perché la congiunzione tra esofago e stomaco (sfintere gastoesofageo o cardias) permette al cibo di passare ma non ai succhi gastrici di risalire. Il cardias infatti funziona proprio come una valvola che permette il passaggio dall’alto verso il basso e non viceversa. Esistono però delle condizioni in cui il cardias non riesce più a svolgere in modo corretto la sua funzione (vedi sotto).
La malattia da reflusso è una condizione molto frequente ed interessa circa il 20% della popolazione europea. In alcuni casi la malattia da reflusso si complica con erosioni a livello dell’esofago (quadro di esofagite), ulcere o restringimenti (3-5%), mentre nella maggior parte dei casi questo non succede
I sintomi principali
I sintomi possono essere vari, alcuni “tipici” altri “atipici” cioè che non sembrano essere correlati all’apparato gastroesofageo
I sintomi si possono presentare in modo continuativo durante il giorno, oppure in modo intermittente.
Sono spesso presenti quando si è sdraiati (il reflusso è più facile in questa posizione), specie di notte, o quando ci si china in avanti (ad esempio per allacciarsi le scarpe). Altro momento in cui il reflusso si presenta più facilmente è dopo i pasti, specie se abbondanti.
Sintomi tipici:
- bruciore retrosternale (cioè dietro allo sterno, nella parte alta del torace)
- rigurgito acido in bocca
- senso di peso retrosternale
Sintomi atipici:
- tosse
- raucedine
- abbassamento della voce
- mal di gola
- sensazione di nodo alla gola con difficoltà alla deglutizione
- difficoltà digestive, nausea
- laringite cronica
- singhiozzo
- asma
- dolore toracico (simile a quello di natura cardiaca); questo sintomo non va sottovalutato, ed in questo caso è sempre meglio chiedere al proprio medico per evitare che il dolore (di cui ovviamente non si conosce l’origine) sia in realtà causato da un problema cardiaco, che merita immediata attenzione, e non dal reflusso
- insonnia
Quali sono le cause?
Il reflusso gastro-esofageo è determinato da diversi fattori, tra questi i principali sono fattori alimentari, anatomici, ormonali e farmacologici.
La barriera tra stomaco ed esofago è garantita dallo sfintere esofageo. Quando questa è più debole per varie ragioni, il rigurgito è più probabile.
La condizione anatomica che più facilmente si associa a reflusso è la cosiddetta “Ernia iatale” cioè la parziale risalita dello stomaco dalla cavità addominale in torace.
Altri fattori sono quelle condizioni in cui vi è un aumento delle pressioni addominali come ad esempio la gravidanza e l’obesità/sovrappeso.
Anche altri fattori possono causare reflusso, come l’aumento della produzione gastrica di acido (ad esempio in condizioni di stress, abitudine a fumare o abusare di alcolici), una digestione lenta e/o un eccessivo riempimento dello stomaco; l’assunzione di alcuni farmaci come gli anti-infiammatori non steroidei (FANS).
Il Reflusso può avere delle conseguenze?
Se il reflusso è molto frequente e non trattato si instaura un ambiente infiammatorio cronico importante (esofagite), caratterizzato da insorgenza di dolore, difficoltà di deglutizione, sanguinamenti, erosioni e ulcere. Si può arrivare ad avere un restringimento dell’esofago (stenosi esofagea), con problemi di transito del cibo. In alcuni casi, la cronicizzazione dello stato infiammatorio può talvolta facilitare la formazione di cellule precancerose (Esofago di Barrett), che aumentano il rischio di sviluppare il tumore dell’esofago.
Importante ricordare che la malattia da reflusso gastro-esofageo può anche associarsi ad un’ irritazione delle vie aeree, per il passaggio nei polmoni di microparticelle del contenuto gastrico, creando broncospasmo, laringite e più raramente un’infiammazione polmonare.
Diagnosi:
Solitamente la diagnosi non è difficile: al medico può bastare una anamnesi fatta bene (parlare con il paziente) ed una visita per riconoscere il reflusso. In questi casi si inizia subito una terapia (vedi sotto) e la risposta positiva a questa serve da conferma alla diagnosi.
Per confermare la diagnosi e/o per escludere complicanze, possono essere utili alcune indagini diagnostiche come:
- Esame radiologico del tubo digerente: viene fatta bere al paziente una piccola quantità di liquido di contrasto biancastro, che permette di visualizzare l’anatomia e la funzione dell’esofago, dello stomaco e delle prime parti dell’intestino tenue.
- Gastroscopia (EGDS): consente di esaminare l’esofago, lo stomaco ed il duodeno, attraverso l’introduzione di uno strumento flessibile nel quale è incorporata una telecamera ed un sottile canale, attraverso il quale è possibile far passare la pinza bioptica per eseguire piccoli prelievi di mucosa (biopsie).
- Manometria esofagea: l’esame consiste nell’introduzione di una sonda attraverso il naso e la somministrazione di acqua in piccoli sorsi. Può essere utile per valutare se ci sono anomalie della motilità dell’esofago (peristalsi).
- pH-impedenziometria delle 24 ore: si posiziona un sondino piccolo e sottile che, passando attraverso il naso, arriva fino all’esofago ed è connesso ad un palmare. L’esame dura 24 ore e consente il monitoraggio della quantità di materiale refluito (sia acido che non acido) nell’esofago.
Cosa fare, quale è la terapia?
Il primo passo terapeutico consiste nel correggere quei comportamenti che si associano al reflusso.
- un’adeguata educazione alimentare e dello stile di vita
- riduzione del peso corporeo, se in eccesso
- evitare il fumo
- evitare alimenti che potrebbero peggiorare l’acidità come cioccolata, menta, caffè, alcolici, pomodoro, agrumi
- evitare di coricarsi subito dopo i pasti, meglio attendere almeno 2-3 ore prima di coricarsi e consumare un pasto leggero alla sera
- rialzare la testata del letto di almeno 10 cm
- ridurre lo stress.
Il secondo passo è quello di ricorrere ad alcuni farmaci, qui i più comuni:
- Antiacidi: neutralizzano l’acido nello stomaco. Hanno un’azione rapida ma sono utili solo come rimedio sintomatico, non essendo in grado di guarire la mucosa esofagea da eventuali erosioni. Attenzione che l’abuso di questi prodotti può causare problemi di diarrea o stipsi (stitichezza).
- Farmaci antireflusso che formano una barriera protettiva per impedire/ridurre la risalita dell’acido nell’esofago. Agiscono formando un film protettivo che galleggia sul contenuto dello stomaco, riducendo fisicamente la risalita degli acidi nell’esofago e minimizzando l’acidità con cui entrano in contatto.
- Farmaci che riducono la produzione di acido: gli H2 antagonisti (famotidina, ranitidina) sono rapidi ed il loro effetto dura più a lungo rispetto agli antiacidi. Il limite del loro utilizzo è dettato dal fatto che, dopo un periodo di tempo variabile, possono smettere di funzionare.
- Farmaci che bloccano la produzione di acido: gli inibitori della pompa protonica (omeprazolo, lansoprazolo, rabeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo), sono i farmaci più efficaci in condizioni importanti di malattia. Attenzione però ad usarli solo su prescrizione medica.
- Farmaci procinetici: vengono utilizzati per migliorare lo svuotamento dell’esofago e dello stomaco, impedendo il reflusso di materiale, soprattutto dopo i pasti.
Nei casi in cui il reflusso è determinato da una importante e voluminosa ernia iatale, può essere necessaria anche una terapia chirurgica
In conclusione, quindi, il reflusso gastroesofageo è una condizione comune, di per sé non grave, che può anche portare a malattie come la malattia da reflusso, siano a condizioni più gravi. Di fondamentale importanza è un’ adeguata alimentazione sia per ridurre/evitare alcuni alimenti che (se presente reflusso) possono peggiorarlo, come cibi acidi, caffè, ecc, sia per gestire/prevenire il sovrappeso che è uno dei fattori principali nel determinare il reflusso. Ovviamente evitare tutte le sostanze potenzialmente irritanti come fumo ed alcol è fondamentale. Altra cosa da non sottovalutare è il “fai da te” nell’assumere farmaci!
Prof. Daniela Lucini
Professore Ordinario MEDF/01
Direttore Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport ed Esercizio Fisico Università degli Studi di Milano
Dipartimento Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale
Direttore Servizio Medicina Esercizio Fisico e
Direttore Laboratorio Sperimentale di ricerche di medicina dell’esercizio fisico
IRCCS Auxologico, Milano