In Italia siamo abituati a pensare che la salute sia un diritto. E in effetti lo è: la nostra Costituzione lo sancisce chiaramente, e il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è nato proprio per questo, per garantire a tutte e tutti l’accesso alle cure, indipendentemente dal reddito. Ma cosa succederebbe se questo sistema venisse meno? Quanto ci costerebbe, concretamente, prenderci cura della nostra salute in un contesto completamente privatizzato?
Uno studio realizzato nel 2023 da Anaao Assomed, il principale sindacato dei medici ospedalieri, ha provato a rispondere a questa domanda. E i numeri non lasciano spazio a molti dubbi: senza SSN, curarsi diventerebbe per molti un lusso.
Cifre che fanno riflettere
Secondo le stime dello studio, una famiglia media composta da quattro persone arriverebbe a spendere oltre 10.000 euro all’anno per coprire visite, farmaci, esami, ricoveri, interventi. Un costo più che triplicato rispetto all’attuale contribuzione indiretta tramite tasse e ticket (che si aggira intorno ai 2.900 euro pro capite all’anno).
Vediamo qualche esempio pratico:
- Visite specialistiche: con il SSN paghiamo un ticket di circa 30-50 euro. In regime privato, la stessa visita costa tra i 150 e i 250 euro.
- Esami diagnostici: una risonanza magnetica può costare fino a 400 euro privatamente, contro i 60-100 euro di ticket.
- Interventi chirurgici: un impianto di protesi d’anca, nel privato, arriva facilmente a 20.000 euro.
- Assistenza continuativa: servizi fondamentali come l’assistenza domiciliare o le cure a lungo termine per anziani o persone fragili rischierebbero di diventare inaccessibili per chi non ha risorse adeguate.
La sanità integrativa come alleata
In questo scenario, sempre più persone si stanno interrogando su come proteggersi. E una delle risposte possibili è rappresentata dalla sanità integrativa: sistemi di tutela complementari che affiancano il SSN e aiutano le persone a sostenere le spese sanitarie più rilevanti o non coperte dal pubblico.
I Fondi sanitari integrativi, le Mutue e le Casse di Assistenza, come ASSIDIM, sono realtà senza scopo di lucro nate proprio con questo obiettivo: garantire ai lavoratori (e spesso anche ai familiari) un supporto concreto per accedere a cure di qualità, in tempi rapidi e senza dover svuotare il portafogli.
Scegliere un fondo sanitario significa:
- avere più libertà nella scelta di specialisti e strutture;
- ridurre drasticamente i tempi di attesa;
- ricevere rimborso per visite, esami, interventi, farmaci;
- accedere a programmi di prevenzione e check-up personalizzati.
La salute è un bene comune. Proteggerla è una responsabilità condivisa
Il SSN, pur con le sue fragilità, rappresenta un presidio irrinunciabile di equità e giustizia sociale. Ma da solo, oggi, fatica a reggere il carico di bisogni di una popolazione che invecchia e si ammala più a lungo. Rafforzarlo con strumenti integrativi intelligenti e sostenibili è una strada concreta per assicurare a tutti il diritto alla cura.
ASSIDIM crede in questo approccio: nella complementarità tra pubblico e privato, nell’importanza della prevenzione, nel valore sociale della salute.
E se è vero che la salute non ha prezzo, è altrettanto vero che ha un costo. Meglio non scoprirlo troppo tardi.
A cura di LISA ANTONUTTI
Centro Studi ASSIDIM
Fonti:
- Anaao Assomed, “Sanità pubblica: quanto ci costerebbe perderla”, 2023. https://www.anaao.it/
- ISTAT, Spesa sanitaria delle famiglie, 2022.
- Ministero della Salute, Rapporto annuale sullo stato del SSN, 2023.