La crescente pressione sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e sui fondi integrativi impone una riflessione su due fenomeni spesso invisibili ma molto impattanti: le prestazioni sanitarie a basso valore e la medicina difensiva.
Entrambi generano sprechi, aumentano lo stress degli operatori e mettono a rischio la tenuta organizzativa ed economica del sistema. Governare l’accesso dei cittadini al sistema sanitario è oggi una priorità strategica per preservare qualità ed equità dell’assistenza.
COSA SONO LE PRESTAZIONI A BASSO VALORE
Secondo la Fondazione GIMBE e l’iniziativa internazionale Choosing Wisely (*), si tratta di trattamenti, esami o interventi che non apportano reali benefici clinici, non migliorano gli esiti di salute e, in alcuni casi, possono risultare dannosi o generare costi evitabili.
Le cause principali:
- abitudini prescrittive consolidate,
- richieste insistenti dei pazienti,
- scarsa conoscenza scientifica,
- pressioni medico-legali.
(*) Nota – Choosing Wisely: iniziativa internazionale nata negli USA nel 2012 (ABIM Foundation) e promossa in Italia da Slow Medicine con il motto “Fare di più non significa fare meglio”. Mira a ridurre esami e trattamenti inutili, favorendo scelte cliniche appropriate e condivise. Esempi: evitare antibiotici per infezioni virali, TAC per dolori lombari aspecifici, integratori senza indicazione clinica, check-up generalizzati, test cardiologici in soggetti asintomatici a basso rischio (fonte: Choosing Wisely Italia – Slow Medicine).
L’IMPATTO IN ITALIA ED EUROPA
Italia: la spesa sanitaria privata “out-of-pocket” supera i 40 miliardi €/anno, di cui circa il 40% è attribuibile a prestazioni inappropriate o a basso valore. Una quota simile riguarda anche fondi e assicurazioni sanitarie. Le pratiche più frequenti e costose includono check-up generalizzati, esami ripetuti, visite specialistiche non necessarie, fisioterapia senza evidenza clinica e uso improprio di integratori.
Europa: in media il 14,3% della spesa sanitaria è coperta da pagamenti diretti delle famiglie. I costi da eventi avversi e cure insicure ammontano a 21 miliardi € l’anno (≈1,5% della spesa sanitaria totale UE).
MEDICINA DIFENSIVA: LA CASISTICA ITALIANA
In Italia, la medicina difensiva pesa 10–13 miliardi €/anno (≈10% della spesa sanitaria), più della media europea (≈7%).
Esempi tipici:
- Ostetricia e ginecologia → ecografie ripetute per ridurre rischi di contenzioso.
- Ortopedia e pronto soccorso → radiografie e TAC multiple anche per traumi minori.
- Chirurgia → esami preoperatori non sempre necessari (RMN, esami ematici completi).
- Medicina interna / PS → ricoveri cautelativi senza reale indicazione clinica.
📊 Uno studio del 2017 (BMC Health Services Research) indica che oltre il 60% dei medici italiani prescrive esami non necessari almeno una volta a settimana per proteggersi da cause legali.
MEDICAL MALPRACTICE: I COSTI PER I MEDICI
Premio assicurativo annuo per la responsabilità civile professionale: da 1.000 € a oltre 10.000 €, con punte di 30–40.000 € per chirurghi, ortopedici e ginecologi.
Costo complessivo delle polizze: 500 milioni €/anno (ANIA).
Il 90% delle cause per malpractice riguarda ginecologia, ortopedia, chirurgia generale, pronto soccorso e anestesia.
Molti contenziosi si chiudono senza riconoscimento di colpa, ma l’impatto assicurativo e psicologico sui medici resta elevato.
LE PRINCIPALI CAUSE
- Sfiducia nel SSN (liste d’attesa).
- Domanda indotta e cultura del “fare un esame in più”
- Paura del contenzioso.
- Scarsa “health literacy” dei cittadini.
- Rimborsi indiscriminati da parte di fondi e casse
CONSEGUENZE
- Spreco economico: risorse sottratte a famiglie, aziende e sistema.
- Rischio clinico: falsi positivi, overdiagnosi, trattamenti inutili.
- Sovraccarico del sistema: accessi impropri che rallentano l’assistenza.
- Demotivazione operatori: stress e percezione di inefficienza.
LE SOLUZIONI POSSIBILI
- Gatekeeping clinico: rafforzare il ruolo del medico di base come filtro di appropriatezza.
- Percorsi integrati: limitare l’accesso diretto a prestazioni specialistiche senza indicazione.
- Linee guida e audit: monitoraggio costante della qualità prescrittiva.
- Educazione sanitaria: aumentare la cultura della prevenzione nei cittadini.
- Ruolo attivo dei fondi: rimborsare solo prestazioni a valore clinico provato.
- Riduzione del rischio legale: politiche di contenimento della medicina difensiva (es. legge Gelli-Bianco).
IL RUOLO DI ASSIDIM
Per fondi e casse come Assidim, la sostenibilità passa anche attraverso ricerca e divulgazione per accrescere la consapevolezza ed evitare il ricorso a prestazioni a basso valore.
Significa:
- contenere i costi e garantire sostenibilità,
- aumentare l’impatto reale sulla salute,
- costruire percorsi evidence-based su prevenzione e cronicità,
- educare persone e aziende a scelte consapevoli.
Il futuro del welfare integrativo non è solo rimborsare, ma guidare e orientare. Prestazioni inappropriate e medicina difensiva sottraggono risorse, aumentano stress e mettono a rischio la sostenibilità del SSN.
Assidim vuole essere alleato di salute e sostenibilità, accompagnando aziende e persone in percorsi basati su evidenze, valore e responsabilità (vedi le Survey ASSIDIM sugli Stili di Vita: 2021 e 2024).
FACT & FIGURES – SPRECHI, MEDICINA DIFENSIVA E COSTI OCCULTI
A cura di Antonio Corrias – ASSIDIM, Sviluppo Associativo, Marketing e Comunicazione