PIÙ STANZIAMENTI NON BASTANO OCCORRE EVOLVERE VERSO UN MODELLO IBRIDO
Per riportare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ai livelli di servizio a cui eravamo abituati servirebbero tra 20 e 30 miliardi di euro l’anno. È quanto emerge dal 🔺Rapporto CREA Sanità 2024/2025.
La cifra salirebbe a oltre 40 miliardi se si volesse riallineare l’Italia agli standard di spesa dei principali Paesi europei, come indica il 🔺Rapporto OASI/CERGAS Bocconi 2024.
Ma dove “trovare” una cifra simile? E soprattutto, basterebbe davvero?
Pensare che la crisi del SSN sia solo una questione di fondi è una scorciatoia pericolosa, che alimenta una narrazione rassegnata e impotente.
Dietro le liste d’attesa infinite e la rinuncia alle cure c’è un sistema sotto pressione demografica, organizzativa e culturale, che chiede di essere ripensato con lucidità.
Il secondo pilastro: una leva da valorizzare
È qui che entra in gioco il secondo pilastro del welfare — costituito da casse, fondi e mutue sanitarie.
Se opportunamente regolati e sostenuti, questi strumenti possono avere un impatto concreto e misurabile nel:
- ridurre le disuguaglianze di accesso,
- favorire la prevenzione,
- sostenere la sostenibilità del sistema pubblico.
Non si tratta di sostituire il pubblico, ma di completarlo: creare un modello complementare, sussidiario e inclusivo, capace di restituire ai cittadini e alle imprese un ecosistema di protezione e salute più vicino, accessibile e sostenibile.
1️⃣ Il “Modello Beveridge” sotto pressione
Il SSN italiano, nato nel 1978, si ispira al Modello Beveridge britannico, fondato su tre principi:
- finanziamento tramite fiscalità generale;
- universalità dell’assistenza;
- gestione pubblica dei servizi.
Negli anni ’90 la regionalizzazione ha introdotto maggiore autonomia, ma anche disomogeneità territoriali sempre più marcate tra Nord e Sud.
2️⃣ Demografia e sostenibilità: un equilibrio che cambia
🔺Secondo ISTAT e MEF, tra il 2010 e il 2045 l’Italia perderà 9 milioni di persone in età lavorativa e “guadagnerà” 7 milioni di over 65.
Meno contribuenti, più assistiti: un ribaltamento storico.
Il costo sanitario medio di un over 65 è 2,5 volte superiore a quello di un adulto, fino a 5-6 volte rispetto a un giovane.
Anche senza tagli diretti alla spesa, i bisogni crescono più delle risorse disponibili.
3️⃣ Spesa pubblica ferma, spesa privata in evoluzione
Secondo il 🔺Rapporto OASI Bocconi 2024, la spesa sanitaria pubblica in Italia è di circa 145 miliardi di euro (6,3% del PIL), mentre la spesa privata ammonta a 45 miliardi, portando il totale al 9% del PIL.
La quota intermediata da fondi, casse e assicurazioni è cresciuta dall’8% del 2006 al 13,5% del 2024.
Come sottolinea 🔺Luca Foresti, fondatore di “First Principles” ed ex CEO del Centro Medico Sant’Agostino:
“Non è vero che il privato si sta mangiando la sanità pubblica. Cresce la quota intermediata perché i cittadini si organizzano meglio. Il problema è che la spesa pubblica è ferma da oltre dieci anni, mentre i bisogni aumentano. Non è quindi una “privatizzazione”, ma un’evoluzione verso forme collettive e integrative di protezione.”
4️⃣ Personale sanitario: il capitale umano in affanno
Secondo il 🔺Rapporto GIMBE 2024, mancano in Italia circa 100.000 infermieri e migliaia di medici in specialità chiave. (*)
Le retribuzioni sono inferiori del 40% rispetto a Francia o Germania, e solo lo 0,8% dei professionisti è straniero (contro il 15-20% nel Regno Unito).
Età media elevata, burocrazia e percorsi formativi complessi aggravano il quadro.
(*) 7° Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale (2024) viene segnalata una fortissima difficoltà di assegnazione dei contratti nelle scuole di specializzazione medica (bando 2024).
Ecco le principali specialità che mostrano tassi di assegnazione particolarmente bassi (cioè molti posti “mancanti”) al 26 settembre 2024:
- Medicina d’emergenza‑urgenza: su 999 contratti banditi ne sono stati assegnati solo 304 (~30 %)
- Medicina nucleare: 88 banditi, 25 assegnati (~28 %)
- Statistica sanitaria e biometria: 48 banditi, 13 assegnati (~27 %)
- Medicina e cure palliative: 161 banditi, 37 assegnati (~23 %)
- Medicina di comunità e delle cure primarie: 119 banditi, 25 assegnati (~21 %)
- Radioterapia: 166 banditi, 31 assegnati (~19 %)
- Patologia clinica e biochimica clinica: 297 banditi, 46 assegnati (~15 %)
- Microbiologia e virologia: 112 banditi, 13 assegnati (~12 %)
- Quelle sopra sono le specialità più critiche, cioè con la percentuale di assegnazione più bassa (di conseguenza, con molti posti “vacanti”).
5️⃣ Disuguaglianze territoriali e organizzative
La regionalizzazione ha accentuato i divari.
Le Regioni del Nord garantiscono tempi e qualità migliori, grazie a una rete più solida di strutture accreditate.
Al Sud, invece, la carenza di personale e risorse e la frammentazione gestionale hanno prodotto disuguaglianze crescenti.
6️⃣ Uno sguardo internazionale: il modello Beveridge va aggiornato
Secondo 🔺OMS e 🔺OECD “Health at a Glance 2024”
- I sistemi Beveridge garantiscono equità, ma faticano a sostenersi se non adeguatamente rifinanziati.
- I modelli Bismarck, invece, mobilitano più risorse (fino al 12% del PIL), ma con costi più elevati per imprese e lavoratori.
Sempre più esperti suggeriscono di EVOLVERE VERSO UN MODELLO IBRIDO: un SSN universale, affiancato da una copertura integrativa più ampia e strutturata.
7️⃣ Prevenzione e stili di vita: la variabile dimenticata
Il 70% della spesa sanitaria italiana è assorbita da malattie croniche non trasmissibili, spesso legate a stili di vita scorretti.
Secondo 🔺l’OMS, il 40% di queste patologie potrebbe essere evitato con una prevenzione efficace.
Promuovere la salute — non solo curare la malattia — è la chiave per garantire sostenibilità nel lungo periodo.
8️⃣ Verso una responsabilità condivisa
La crisi del SSN non è solo economica, ma strutturale e culturale.
Servono nuovi equilibri tra pubblico e privato, tra Stato, imprese e cittadini.
🟥 ASSIDIM promuove una visione di benessere attivo, che integra:
- welfare sanitario,
- prevenzione,
- promozione di stili di vita sostenibili.
Per le PMI, attivare piani di sanità integrativa significa non solo offrire un benefit, ma esercitare una responsabilità sociale concreta (CSR):
- liberare risorse pubbliche, tutelare i dipendenti e rafforzare la motivazione e la continuità aziendale.
- Investire oggi in salute, benessere e prevenzione è la via più solida per assicurare un futuro sostenibile alla sanità italiana e più qualità alla vita di tutti.
Antonio Corrias – ASSIDIM, Sviluppo Associativo Marketing Comunicazione
🔺Note e fonti
CREA Sanità (2024/2025) – Rapporto annuale sulla sostenibilità del SSN – https://www.creasanita.it/
CERGAS – Università Bocconi (Rapporto OASI 2024) – Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema Sanitario Italiano – https://www.cergas.unibocconi.eu/
ISTAT – Proiezioni demografiche e struttura della popolazione 2010–2045 – https://www.istat.it/
Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) – Documenti di finanza pubblica e analisi di sostenibilità – https://www.mef.gov.it/
Ministero della Salute – Annuario statistico del SSN e programmazione sanitaria – https://www.salute.gov.it/
GIMBE (2024) – Rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale – https://www.gimbe.org/
OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) – Dati e analisi globali sulla prevenzione delle malattie croniche – https://www.who.int/
OECD (2024) – Health at a Glance 2024: OECD Indicators
OECD Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico –Organisation for Economic Co-operation and Development
È un forum e un centro di conoscenza dedicato ai dati, alle analisi e alle migliori pratiche nel campo delle politiche pubbliche. Collabora con oltre 100 Paesi in tutto il mondo per costruire società più solide, eque e sostenibili, contribuendo a sviluppare politiche migliori per una vita migliore. – https://www.oecd.org/health/health-at-a-glance.htm
Luca Foresti, fondatore di First Principles ed ex CEO del Centro Medico Sant’Agostino – https://www.firstprinciples.it/ – https://www.cmsantagostino.it/