Che cosa sono ?
ANSIA
È una risposta emotiva, cognitiva e fisica a una minaccia percepita, reale o immaginaria.
L’ansia può essere considerata una reazione naturale a situazioni percepite come stressanti, minacciose, un meccanismo di difesa che prepara ad affrontare la situazione. E’ paragonabile ad uno stato di inquietudine vissuto dal soggetto come anticipazione di un pericolo, reale e non, che scatena una reazione sproporzionata rispetto al possibile evento caratterizzata da sintomi (vedi sotto) fisici e cognitivi. In dosi moderate, l’ansia è “normale” e ci aiuta a concentrarci e ad affrontare eventi impegnativi, come un esame. Attenzione però che può trasformarsi in una condizione molto “fastidiosa”, quando diventa un vero disturbo d’ansia. Questo accade quando è eccessiva, persistente e invalidante, manifestandosi sia con sintomi fisici (come tachicardia, tremori, sudorazione) che cognitivi (come preoccupazione e paura) che interferiscono con la vita quotidiana. Le cause possono essere molteplici e includono fattori genetici, biologici, stress e traumi
DEPRESSIONE
La depressione invece è un disturbo dell’umore, un disturbo complesso che può colpire mente e corpo, influenzando pensieri, emozioni, comportamento e salute fisica
E’ una patologia abbastanza diffusa che può interessare tutte le età, sia uomini che donne, anche se queste sembrano presentare un’incidenza maggiore.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, la malattia depressiva non interessa solamente la sfera emotiva e l’umore del paziente, ma interessa anche il corpo, influenzando comportamenti e manifestandosi anche con sintomi fisici. Tratto caratterizzante della depressione è il non trarre più piacere nello svolgere attività che sino a quel momento venivano considerate gratificanti.
Ansia e depressione sono quindi due patologie distinte, ma che spesso possono associarsi (sindrome ansioso-depressiva); hanno in comune un’affettività negativa e la presenza di sentimenti come la tristezza, la rabbia e la preoccupazione, oltre alla presenza di alcune alterazioni nel sistema nervoso centrale.
I sintomi principali
I sintomi principali dell’ansia sono:
- Preoccupazione eccessiva e costante
- Irritabilità e agitazione
- Tensione muscolare
- Facilità al pianto
- Paura
- Tendenza a evitare situazioni che scatenano l’ansia.
- Senso di “testa vuota” o apprensione
- Disturbi del sonno
- Difficoltà di concentrazione
- Sintomi fisici come tachicardia, sudorazione, vertigini e disturbi gastrointestinali, respiro affannoso, tremori, nausea
I sintomi principali della depressione sono:
- Umore depresso, tristezza e sensazione di vuoto
- Senso di frustrazione
- Perdita di interesse o piacere nelle attività quotidiane
- Affaticamento cronico e mancanza di energia
- Cambiamenti nell’appetito e/o nel peso
- Disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia)
- Sentimenti di colpa o inutilità
- Scarsa autostima
- Assenza di desiderio sessuale
- Difficoltà di concentrazione, di memoria e decisionali
- Pensieri di morte o suicidi
Esistono alcuni sintomi che sono comuni ad entrambe le condizioni e caratterizzano la sindrome ansioso-depressiva: pessimismo e disperazione riguardo al futuro, isolamento sociale, bassa autostima, stanchezza eccessiva e difficoltà di concentrazione
Quali sono le cause?
Le cause dell’ansia sono complesse e multifattoriali: fattori genetici e fattori biologici e caratteristiche psicologiche della persona, sono alla base. Eventi di vita come stress importante, lutti, problemi lavorativi o relazionali, possono poi complicare la situazione e rendere manifesta una situazione di ansia
Le cause di depressione sono altrettanto complesse, anche in questo caso la genetica ha un ruolo importante ma eventi di vita molto significativi (lutti, stress cronici, difficoltà lavorative, difficoltà relazionali, ecc) entrano in gioco in modo molto importante. Si può quindi andare da pazienti in cui la genetica ha un ruolo preponderante, senza che nella loro vita vi siano delle condizioni, sino a pazienti in cui l’aspetto genetico è minimo ma hanno avuto esperienze di vita molto impattanti (forti stress, traumi, lutti, malattie, difficoltà lavorative e sociali, specie se non in grado di trovare le risorse (sia psicologiche che pratiche) per far fronte alla situazione.
Gli aspetti genetici entrano in gioco nel determinare una caratteristica fondamentale della malattia: una alterazione a livello cerebrale dei livelli di alcuni neurotrasmettitori, quali serotonina (5-HT), noradrenalina (NA) e dopamina (DA). La carenza o non disponibilità di questi neurotrasmettitori (che in condizioni di normalità permettono il normale svolgimento di alcune funzioni del nostro cervello) è responsabile della sintomatologia caratteristica della malattia, tanto che i principali farmaci utilizzati (vedi sotto) hanno proprio l’obiettivo di normalizzare i livelli di queste sostanze. Inoltre, va tenuto presente che anche l’alterazione dei livelli di alcuni ormoni possono entrare in gioco, basti a questo proposito pensare alla depressione tipica del post parto o della sindrome premestruale.
Come sopra ricordato, generalmente la depressione è caratterizzata dal non trarre più piacere nello svolgere attività che sino a quel momento venivano considerate gratificanti. Importante ricordare che esistono vari tipi di depressione, ognuno con caratteristiche peculiari e talvolta cause differenti.
In alcuni casi, inoltre, i disturbi depressivi possono essere la conseguenza di altre condizioni fisiche presenti (ad esempio, malattie gravi), oppure possono insorgere in seguito all’utilizzo di alcuni farmaci o di sostanze (incluse le droghe d’abuso).
Ecco le principali forme di depressione:
- Depressione unipolare o disturbo depressivo maggiore: si tratta di una delle forme più gravi di depressione. La sintomatologia può essere così grave da impedire l’esecuzione delle normali attività
- Disturbo distimico o distimia: si tratta di un disturbo caratterizzato da sintomi molto simili a quelli della depressione maggiore, anche se tendono a manifestarsi in maniera più lieve.
- Disturbo depressivo non altrimenti specificato: si tratta di una categoria in cui sono presenti disturbi non classificabili in altri tipi di forme depressive.
- Disturbi bipolari o patologie maniaco-depressive: si tratta di disturbi caratterizzati dall’alternarsi di stati depressivi a stati maniacali o ipomaniacali. A loro volta, i disturbi bipolari si suddividono in:
- Disturbo bipolare di tipo I: caratterizzato da almeno un episodio di mania o misto alternato ad episodi depressivi;
- Disturbo bipolare di tipo II: caratterizzato da stati di ipomania (mai di mania) che si alternano agli episodi depressivi;
- Disturbo ciclotimico o ciclotimia: ha una durata minima di almeno due anni e si caratterizza per l’alternanza di episodi depressivi di grado da lieve a moderato ed episodi ipomaniacali.
- Disturbo disforico premestruale: si tratta di un disturbo che comprende una serie di sintomi affettivi, comportamentali e somatici che si presentano mensilmente, in corrispondenza della fase luteale del ciclo mestruale.
- Disturbo depressivo dovuto ad un’altra condizione fisica, ad esempio malattia grave.
- Disturbo depressivo indotto da farmaci (disturbo depressivo iatrogeno) o indotto da sostanze.
Terapia:
Il trattamento dell’ansia e della depressione può essere semplice o molto complesso; dipende sostanzialmente da due fattori: dalla gravità della patologia (specie quando la componente genetica è molto importante) e dal tempismo nell’intervenire. Spesso purtroppo queste patologie vengono sottovalutate, considerate “normali reazioni a momenti di vita difficile”, considerate qualche cosa da “nascondere” per paura di essere stigmatizzati. Purtroppo non tutti hanno le risorse psicologiche e pratiche per superare con le proprie forze queste condizioni, con conseguente aggravamento della sintomatologia e necessità di terapie sempre più complesse. Viceversa, l’affrontare subito il problema rende molto più semplice la gestione ed evita l’aggravamento della patologia.
Generalmente la terapia (sia dell’ansia che della depressione) comprende due strade parallele: da un lato i farmaci (quando e se servono) dall’altro un approccio psicoterapeutico che ha l’obiettivo sia di gestire quei fattori di vita o di personalità che hanno contribuito alla genesi della patologia, sia di fornire delle risorse psicologiche e comportamentali fondamentali per gestire lo stress ed i momenti difficili.
La terapia farmacologica prevede l’utilizzo di farmaci capaci di interferire con i meccanismi responsabili della patologia. Nel caso dell’ansia vengono utilizzati gli ansiolitici, categoria di farmaci capaci di ridurre la sintomatologia tipica. Attenzione però al loro utilizzo esagerato ed inopportuno. Una delle problematiche principali nel trattamento sia dell’ansia che della depressione è infatti l’abuso di farmaci e la loro autoprescrizione. Nulla di più sbagliato che decidere da soli (o con il consiglio di amici, parenti o comunque personale non medico) di iniziare la terapia e quale farmaco assumere o come cambiare la dose! Spesso per gestire l’ansia, quando vi è associata una forma depressiva, possono essere utili farmaci tipici per il trattamento della depressione.
I farmaci impiegati nel trattamento della depressione sono i cosiddetti farmaci antidepressivi di cui fanno parte le seguenti classi:
- Antidepressivi triciclici (TCA);
- Inibitori selettivi del reuptake di serotonina (SSRI);
- Inibitori del reuptake di noradrenalina e serotonina (NSRI);
- Inibitori selettivi del reuptake della noradrenalina (NaRI);
- Modulatori della trasmissione serotoninergica (SARI);
- Modulatori della trasmissione noradrenergica e serotoninergica (NaSSA);
- Inibitori del reuptake di dopamina e noradrenalina (DNRI);
- Inibitori delle monoammino ossidasi (IMAO non selettivi e MAO-A selettivi).
Sono tantissimi farmaci, diversi tra loro, che vengono prescritti in base alle caratteristiche della depressione, della sintomatologia prevalente, della risposta del paziente e delle sue caratteristiche cliniche (sesso, età, patologie associate, ecc).
Cosa fare allora se ci si accorge di avere sintomi come quelli sopra riportati o se ci accorgiamo che persone accanto a noi sembrano averne?
La sola presenza di alcuni sintomi come stanchezza, umore un po’ deflesso, preoccupazione, riduzione nella motivazione a svolgere determinate attività, ecc, non sono sufficienti per porre diagnosi di sindrome ansiosa o depressiva! D’altro canto possono essere un iniziale campanello di allarme. Parlarne immediatamente con il proprio medico è fondamentale. Una corretta diagnosi è la base per poter impostare una corretta terapia. Anche se si notano sintomi in chi ci è vicino, specie se si nota un significativo cambio di comportamento (tendenza ad isolarsi, ad evitare di svolgere attività che prima erano svolte con piacere, tendenza al pianto, alla tristezza, ecc), sarebbe bene (con tutta la “delicatezza” del caso) consigliare di parlarne con il proprio medico.
Diagnosi:
La diagnosi di ansia e depressione è una diagnosi sostanzialmente clinica, cioè non esistono degli esami strumentali che possano aiutare a porre la diagnosi. Spesso alcuni esami (esami del sangue, TAC, risonanza, ecc) possono essere prescritti per escludere la presenza di altre patologie. L’utilizzo di alcuni questionari aiuta a definire quei parametri necessari per porre diagnosi di ansia o depressione, ma sarà la competenza del medico ed il suo colloquio con il paziente ad avere l’ultima parola. Ecco perché è sempre meglio avere anche un parere specialistico psichiatrico, parere che è poi molto utile per individuare la terapia migliore.
Ruolo dello stile di vita:
Sembrerà strano…. ma uno stile di vita corretto (non fumare, eseguire esercizio fisico, avere una alimentazione sana, non abusare di alcol, farmaci, ecc) è oggi considerato uno strumento fondamentale per favorire il benessere ed anche aiutare a gestire ansia e depressione. Ma come? quando si è ansiosi e depressi è difficilissimo assumere uno stile di vita corretto!!!!! Anzi…..spesso ansia e depressione condizionano un cambio di stile di vita in senso opposto! Ripresa dell’abitudine al fumo (se si aveva smesso), assunzione di una vita sedentaria (o talvolta esagerare con l’esercizio fisico sino a farne troppo e quello sbagliato!), cercare gratificazione in alcuni cibi particolarmente palatabili, ricchi in grassi, carboidrati e sale. Tale peggioramento del comportamento spesso peggiora la sintomatologia che già caratterizza ansia e depressione. Stanchezza, disturbi gastroenterici, cardiopalmo, ecc, possono infatti essere causati/peggiorati dal fumo, dalla sedentarietà, da un’ alimentazione sbagliata. Questi comportamenti vengono definiti “usurai”: sembrano dare un beneficio ma in realtà presentano poi un “conto” molto alto, peggiorando i sintomi.
Ecco quindi che la terapia non farmacologica di ansia e depressione (specie se iniziata subito, al primo apparire della sintomatologia) prevede anche da un lato l’evitare comportamenti dannosi, dall’altro promuovere quelli virtuosi che, in realtà, aiutano a stare meglio. Questo beneficio è particolarmente presente in caso di esercizio fisico. L’esercizio, infatti è in grado di modulare quei meccanismi responsabili della patologia. Inoltre vi è anche un beneficio psicologico-comportamentale. Infatti spesso per gestire le difficoltà della vita (problemi lavorativi, personali, ecc) è importante un cambio di comportamento (ad esempio imparare una nuova modalità lavorativa, imparare a gestire difficoltà relazionali, imparare a gestire malattie concomitanti, ecc), cambi di comportamento molto difficili da attuare! Riuscire a dimostrare a sé stessi che si è in grado di cambiare qualche cosa, teoricamente più semplice, come ad esempio l’abitudine a fare esercizio superando la stanchezza e la pigrizia, può rappresentare uno strumento motivazionale molto potente, in grado di dimostrare proprio la capacità di cambiare, quella capacità (risorsa psicologica) necessaria per gestire lo stress e le difficoltà che la vita pone.
Prof. Daniela Lucini
Professore Ordinario MEDF/01
Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport ed Esercizio Fisico Università degli Studi di Milano
Dipartimento Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale
Direttore Servizio Medicina Esercizio Fisico e
Direttore Laboratorio Sperimentale di ricerche di medicina dell’esercizio fisico
IRCCS Auxologico, Milano