Che cos’è ?
L’Ipertensione arteriosa essenziale è una condizione clinica caratterizzata da un aumento dei valori della pressione del sangue ad eziopatogenesi multifattoriale. Significa che vari meccanismi entrano in gioco nel determinarla, tra questi hanno un ruolo preminente i sistemi che controllano il funzionamento del nostro organismo: sistema nervoso autonomo (il pilota automatico che controlla tutti gli organi indipendentemente dalla volontà), il sistema ormonale (che controlla il rilascio di vari ormoni che agiscono sul funzionamento ad esempio di cuore e reni) il sistema immunologico (responsabile dell’infiammazione), l’endotelio (l’insieme delle cellule che rivestono l’interno delle arterie e che rilasciano varie sostanza da cui dipende la vasodilatazione o vasocostrizione delle arterie stesse). Inoltre anche fattori come la genetica (avere famigliare che soffrono della patologia) e lo stile di vita (alimentazione, esercizio fisico, fumo, stress, ecc) hanno un ruolo fondamentale.
L’Ipertensione arteriosa può essere di due tipi:
- essenziale o primaria (95% dei casi): non è determinata da una causa precisa (vedi sopra) ma da un insieme di fattori
- secondaria: è la conseguenza di un’altra patologia, come ad esempio stenosi dell’arteria renale o altre malattie endocrinologiche
L’Ipertensione essenziale è la patologia cronica più comune al mondo! Si stima che la prevalenza dell’ipertensione arteriosa riguardi il 30-45% della popolazione globale. Di fondamentale importanza è che l’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio potentissimo per lo sviluppo di altre malattie quali l’infarto, lo scompenso di cuore, l’ictus ed il diabete e problematiche renali.
I sintomi principali nelle sue fasi iniziale è spesso una malattia “silente” e la diagnosi viene talvolta fatta solo perché una misurazione della pressione fatta per un semplice controllo mostra valori elevati. In altri casi invece (soprattutto se la patologia è presente da qualche tempo), l’ipertensione si manifesta con i seguenti sintomi:
- Mal di testa, specie al mattino
- Senso di stordimento e vertigini
- Ronzii nelle orecchie
- Alterazioni della vista (visione nera, o presenza di puntini luminosi davanti agli occhi)
- epistassi (perdite di sangue dal naso)
Nei casi di ipertensione secondaria, ai sintomi aspecifici possono associarsene altri, più specifici, dovuti alla malattia di base.
In considerazione della scarsità dei sintomi e della loro aspecificità esiste il rischio che la diagnosi venga fatta in ritardo. E’ quindi importante controllare periodicamente la pressione, anche quando si è convinti “di avere la pressione bassa”; con il passare degli anni, infatti, le cose possono cambiare e l’ipertensione può presentarsi: fare diagnosi precoce di ipertensione arteriosa significa prevenire i danni ad essa legata e, quindi, malattie cardiovascolari anche invalidanti.
Diagnosi:
Con il termine “pressione sistolica” si intende quella comunemente nota come “massima”, cioè la pressione generata dalla contrazione cardiaca per immettere il sangue nell’aorta, viceversa con il termine “pressione diastolica” si intende la pressione “minima” generata dal rilassamento del muscolo cardiaco e dal riempimento ventricolare.
SISTOLICA | DIASTOLICA | |
Pressione ottimale | ≤120 mmHg | ≤80 mmHg |
Peripertensione
(detta anche Pre-ipertensione) |
120 – 139 mmHg | 80 – 89 mmHg |
Ipertensione arteriosa | ≥ 140 mmHg | ≥ 90 mmHg |
Purtroppo si osserva sempre più un aumento dei valori di pressione arteriosa anche nei bambini ed adolescenti, specie quando è presente obesità e sedentarietà. Nel minore i valori di riferimento sono diversi e dipendono dall’età, sesso e statura del bambino. Vengono quindi considerati i “percentili” rispetto a soggetti con le stesse caratteristiche. Se i valori di pressione misurati sono inferiori al 90° percentile la pressione è normale, se compresi tra il 90° e 94° si parla di peripertensione, se superiori o uguali al 95° si pone diagnosi di ipertensione.
Importante ricordare che i valori di pressione variano durante la giornata, più alti di giorno e bassi di notte; che stress ed esercizio fisico possono influire molto, facendoli alzare. Fondamentale quindi è essere a riposo, in posizione seduta o sdraiata, in silenzio, da qualche minuto prima di misurarla, utilizzando uno strumento apposito (sfigmomanometro) il cui manicotto deve essere posizionato correttamente intorno al braccio sopra al gomito. Meglio sempre effettuare almeno 3 misurazioni e considerare la più bassa.
Cosa fare se si riscontrano valori pressori elevati? La prima cosa è quella di essere certi della diagnosi e quindi rivolgersi al proprio medico di riferimento. La corretta diagnosi prevede più misurazioni, la valutazione del paziente sia con visita medica e l’esecuzione di alcuni esami che saranno definiti dal medico a seconda delle caratteristiche della persona e dei valori rilevati. Lo scopo di questi accertamenti non è solo porre la giusta diagnosi, ma anche verificare lo stato di salute generale del soggetto, in particolare se i valori elevati hanno già prodotto un danno ad organi quali cuore, rene, ecc… e soprattutto verificare il rischio cardiovascolare complessivo (probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari/metaboliche importanti) determinato dalla presenza di altre condizioni (quali colesterolo e trigliceridi alti, glicemia alta, alterata funzione renale, segni di iniziale sovraccarico del cuore, ecc…) e/o abitudini di vita non salutari (sovrappeso, sedentarietà, fumo, stress, ecc…)
Infatti l’obiettivo del trattamento dell’ipertensione arteriosa non è solamente “normalizzare i valori” ma anche (e forse soprattutto) ridurre il rischio di andare incontro ad alte patologie gravi quali ad esempio l’infarto, lo scompenso di cuore, l’ictus, il diabete e problemi renali.
Quale è la terapia?
La terapia dell’ipertensione arteriosa prevede due azioni contemporanee e sinergiche, entrambe importanti:
- Il miglioramento dello stile di vita: ottimizzare il peso corporeo (eventuale perdita di massa grassa e miglioramento della massa muscolare), avere quindi un’alimentazione sane ed adatta alle caratteristiche della persona, svolgere esercizio fisico (almeno dai 150 ai 300 min alla settimana di esercizio endurance aerobico ad intensità moderata, oltre ad esercizi di rinforzo muscolare ad intensità moderata 2.3 volte/sett), non fumare, imparare a gestire lo stress ed avere un buon sonno, sono essenziali. Infatti da un lato migliorano proprio quei meccanismi implicati nello sviluppo della pressione alta riducendone i valori, dall’altro riducono il rischio di sviluppare proprio quelle patologie la cui insorgenza è favorita dall’ipertensione arteriosa (infarto diabete, ecc). Uno stile di vita corretto, quindi non è uno slogan che i medici ripetono sempre, bensì un reale strumento preventivo (da usare quando i valori di pressione non sono ancora così elevati, specie, ma non solo, da chi ha famigliari già affetti dalla patologia) e terapeutico (da usare accanto ai farmaci per trattare l’ipertensione). Attenzione: uno stile di vita corretto non è un’alternativa ai farmaci, bensì uno strumento ad essi complementare!
- L’utilizzo di farmaci. La terapia farmacologica viene definita dal medico sulla base delle caratteristiche del paziente, dei valori pressori, del rischio cardiovascolare complessivo (vedi sopra), dalla presenza di malattie concomitanti, ecc. Oggi abbiamo a disposizione varie classi di farmici per l’ipertensione arteriosa, mirate ad agire sui diversi meccanismi implicati nella genesi della malattia. Solitamente la terapia prevede inizialmente un solo farmaco, ma se questo non è sufficiente la strategia è spesso quella non tanto di aumentare di molto il dosaggio, ma di associarne un altro diverso, proprio per affrontare il problema su due fronti diversi, agendo su due meccanismi responsabili della malattia. Oggi sono a disposizione pillole che già contengono due diversi principi attivi. Qui di seguito le principali classi di farmaci antiipertensivi
- ACE inibitori, antagonisti del recettore per l’angiotensina II (Angiotensin II receptor Blocker – ARBs) o sartani, inibitori diretti della renina: abbassano la pressione interferendo con la produzione di alcune sostanze circolanti che compongono il cosiddetto sistema renina-angiotensina-aldosterone. L’effetto collaterale più comune degli ACE inibitori e la tosse.
- Calcio antagonisti: controllano la pressione inducendo vasodilatazione (aumentano il calibro delle arterie, riducendo la resistenza alla progressione del flusso). Gli effetti collaterali più comuni sono l’edema degli arti inferiori (caviglie gonfie), flushing facciale e cefalea. Alcuni possono associarsi a palpitazioni altri a riduzione della frequenza cardiaca
- Diuretici: aiutano l’organismo a smaltire acqua e sali minerali. Principali effetti collaterali sono una diuresi più frequente, specie di notte, e (per alcuni) la perdita eccessiva di alcuni Sali minerali.
- Alfa e beta bloccanti: agiscono a livello dei meccanismi nervosi di controllo della pressione arteriosa. Effetti collaterali principali possono essere riduzione della frequenza cardiaca, riduzione eccessiva della pressione, senso di vertigine, stanchezza.
In conclusione, quindi, l’ipertensione arteriosa non è da sottovalutare! Se non trattata può veramente riservare brutte sorprese nel tempo. La notizia bella, è che però oggi come oggi abbiamo a disposizione terapie veramente efficaci in grado di gestire l’ipertensione in modo veramente efficace, specie quando accompagnati da uno stile di vita salutare. Alcune persone sono restie ad iniziare una terapia farmacologica cronica (che durerà per sempre…) pensando che l’organismo “si abitua ai farmaci e che nel tempo non saranno quindi più efficaci”….niente di più sbagliato! Non è così! Una terapia corretta personalizzata sarà in grado di gestire la patologia al meglio. Potranno magari essere necessari degli adattamenti, ma non perché il farmaco è diventato inefficace ma per altre ragioni. Avere uno stile di vita sano, riducendo i fattori che contribuiscono a mantenere i valori di pressione elevati (come il sovrappeso, il fumo, la sedentarietà, ecc…) è la strategia migliore da associare al farmaco.
Prof. Daniela Lucini
Professore Ordinario MEDF/01
Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport ed Esercizio Fisico Università degli Studi di Milano
Dipartimento Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale
Direttore Servizio Medicina Esercizio Fisico e
Direttore Laboratorio Sperimentale di ricerche di medicina dell’esercizio fisico
IRCCS Auxologico, Milano